La legge 392/78 (c.d. dell’equo canone) continua a spiegare ogni effetto per quanto attiene ai rapporti di locazione per uso diverso dall’abitazione (esclusi box auto ed altri).Vogliamo trattenerci sulle questioni attinenti il rapporto locativo per attività con contatti con il pubblico o per attività alberghiera per quanto disciplinato dall’art. 34 della legge citata che recita:
“in caso di cessazione del rapporto di locazione relativo agli immobili (quelli indicati ndr)…che non sia dovuta a risoluzione per inadempimento o disdetta o recesso del conduttore (quindi se non dipende da morosità o unilaterale cessazione da parte del conduttore ndr) il conduttore ha diritto ad una indennità pari a 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto”.
Quindi anche se il rapporto si conclude per la sua naturale scadenza e a maggior ragione se il rilascio è richiesto dal proprietario e salvo che non si fosse in presenza di disdetta da parte del conduttore o cessazione del rapporto per sua morosità, le 18 mensilità dell’ultimo canone va corrisposto!Ecco perché in molti casi il locatore richiede la BUONA ENTRATA cioè una somma per consentire la stipula del contratto, una salvaguardia economica in previsione dell’esborso su ricordato (e anche per una compensazione sull’ammaloramento del bene, sull’obbligo di adeguamenti agli impianti che il legislatore impone continuamente, sull’ISTAT perduto posto che l’aggiornamento per tali contratti non è al 100% della svalutazione ma al 75%…).Un tempo la BUONA ENTRATA era considerata una clausola nulla addirittura estorsiva (penale! Anche a carico dei professionisti che predispongono il contratto…) ma ora la Giurisprudenza ha cambiato orientamento essendo la clausola un presupposto economico liberamente definibile fra le parti, certo in presenza di una totale trasparenza (niente “nero”! insomma!).Un plauso al legale del proprietario (avv. Alessandro Traversi di Firenze che ha evidenziato la libertà di contrattazione nella stipula) ciò ha convinto anche il Pubblico Ministero Luca Turco che ha chiesto l’assoluzione dell’imputato accolta dal Tribunale. Non crediamo che la Cassazione possa invertire tale inequivocabile orientamento.